“Cosenza ha interessi e meraviglie che danno la tentazione di girarla tutto il giorno. È inadeguato chiamarla pittoresca; a ogni passo, dall’inizio della strada principale al piede della collina fino al severo castello medievale che ne corona la sommità, c’è da stupirsi e da ammirare.” (George Gissing, Sulla riva dello Jonio, 1897)
La Provincia di Cosenza è la più estesa della Calabria ed è la quinta più grande in Italia.
È delimitata a nord dal Massiccio del Pollino, a sud confina con le province di Catanzaro e Crotone, ad ovest è circondata dall’altopiano della Sila e ad est dalla Catena Costiera. È bagnata da due mari: sul versante orientale le acque del Mar Ionio si riversano su coste tipicamente basse e sabbiose mentre il Mar Tirreno infrange le caratteristiche scogliere del litorale occidentale.
La diversificata conformazione fisica di questa area offre dei contrasti geomorfologici che la rendono unica: difatti, i paesaggi montuosi e collinari, prevalenti rispetto alle aree pianeggianti, si alternano agli ampi tratti costieri.
La Provincia di Cosenza ospita i maggiori centri scientifici e culturali della Calabria: ha sede, infatti, presso Arcavacata di Rende l’Università della Calabria, il primo e più grande campus universitario in Italia, nonché il più importante ateneo della regione.
Le origini del territorio sono molto antiche: i primi insediamenti umani risalgono al periodo del Paleolitico; il più importante fra tutti è quello che si trova a Papasidero nella Grotta del Romito, dove sono state rinvenute incisioni rupestri raffiguranti bovidi.
Uno dei periodi più interessanti che ha vissuto la provincia di Cosenza, così come tutta la regione Calabria, è quello ellenico. Significativi sono i ritrovamenti delle antiche colonie greche che furono fondate, così come affermano alcuni storici, nell’VIII secolo a.C. in alcune aree della Provincia di Cosenza. Molti dei reperti recuperati nelle varie campagne di scavo sono tuttora esposti nel Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide.
Tra il V e il VI sec. a.C. l’entroterra settentrionale calabrese fu occupato dalla popolazione italica dei Brettii che stabilì la sua capitale a Cosentia, da qui deriva la sua nota attuale denominazione di città dei bruzi. Successivamente, tra il III e il II sec. a.C. il territorio fu occupato dai romani che resero l’antica metropolis dei Brettii municipium e colonia augustea, come attestano i resti rinvenuti nel centro storico della città, in parte esposti presso il Museo dei Brettii e degli Enotri.
Il crollo dell’Impero Romano d’Occidente nel V d.C. segnò l’inizio della lunga fase medievale, caratterizzata da una secolare e continua invasione da parte di popoli cosiddetti barbari che lasciarono tracce indelebili nei territori della Provincia di Cosenza. I Bizantini raggiunti poi dai Longobardi si impossessarono della parte settentrionale della Regione. In particolare, l’impero Bizantino ebbe il predominio per molti secoli a Rossano che ancora oggi conserva ampie testimonianze dell’epoca e dell’architettura di quel periodo. Con l’avvento dei Normanni prima e degli Svevi poi, il territorio fu segnato dalla costruzione di importanti fortificazioni militari modificate nel tempo dagli angioini e poi dagli aragonesi.
In questi secoli furono molto rilevanti gli ordini religiosi come i Benedettini, i Certosini, i Cistercensi e i Florensi che lasciarono nella nostra provincia preziose abbazie e complessi monastici, ancora oggi visitabili. Tra le figure di spicco ricordiamo San Nilo da Rossano, riformatore dell’ordine monastico greco, Gioacchino da Fiore originario di Celico e San Francesco da Paola che è il Santo protettore della Regione, famoso in tutto il mondo per i suoi miracoli. Difatti, il luogo più rinomato non solo della nostra provincia, ma di tutta la Regione, dal punto religioso, è Paola, una cittadina che ospita nella parte alta del paese il primo romitorio e il Santuario di San Francesco.
Cosenza , detta anche città dei bruzi, è una delle città più antiche della Calabria e sorge sui sette colli nella valle del Crati, alla confluenza con il Busento. Dal punto di vista storico, artistico e culturale la città di Cosenza è una delle più interessanti da scoprire, definita, non a caso, nel 1500 “l’Atene della Calabria”.
I vicoli stretti e tortuosi , la struttura urbanistica, gli edifici monumentali, i palazzi signorili e gli importanti edifici religiosi ubicati nella città vecchia, fanno del centro storico di Cosenza uno dei più belli e antichi d’Italia. La vita culturale della città è ricca di iniziative teatrali in poli come il teatro di tradizione A. Rendano e lo storico Cinemateatro Italia.
Il Museo dei Brettiie degli Enotri, nel quattrocentesco complesso monumentale di S. Agostino, è il polo culturale della città. Si ricordano, inoltre, il Museo delle Rimembranze e il Museo all’Aperto Bilotti.
La provincia di Cosenza è rinomata anche perché ospita 5 Borghi compresi nel Club dei “Borghi più belli d’Italia”. Tra questi ricordiamo Fiumefreddo Bruzio sulla Costa Tirrenica, Altomonte nella Valle dell’Esaro, Morano Calabro e Civita nei pressi del Parco Nazionale del Pollino ed infine Aieta sulla Riviera dei Cedri. Altri centri interessanti sono: Rocca Imperiale, il cui abitato è sovrastato da un’imponente Rocca, fatta costruire da Federico II; Rende, antico abitato romano, sviluppatosi nella valle del Crati, dove poi i Normanni costruirono il castello e la cinta muraria. Corigliano ha origini medievali ed è dominato da un imponente castello; suggestivo è anche l’antico quartiere di Ognissanti che si presenta come una gradinata su un colle. A Rossano, cittadina importante per le testimonianze d’epoca bizantina, oltre al centro storico ed al Museo Diocesano e del Codex, è possibile visitare anche il Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli. Mormanno, infine, porta il segno della sua fondazione avvenuta a opera dei longobardi ed è arroccata come un castello su uno sperone roccioso.
Il territorio cosentino, data la peculiarità morfologica, risulta essere una meta ideale per gli amanti del trekking, nonché delle uscite a cavallo, specie nelle zone collinari e pianeggianti. Nelle aree montuose, d’inverno è possibile effettuare ciaspolate ed altre attività all’aria aperta: nelle zone più alte della Sila sono presenti numerosi stabilimenti sciistici per gli amanti degli sport invernali.
Il Parco Nazionale del Pollino offre la possibilità di fare rafting, canoa, in particolare sul fiume Lao, tra i canyon e le gole; torrentismo lungo il torrente Iannello, affluente del fiume Lao caratterizzato da numerose cascate;
Sulla costa ci sono alcuni parchi acquatici, come Odissea 2000 a Zolfara, vicino Rossano. Le località balneari sono attrezzate per praticare sport acquatici come il windsurf, lo sci nautico o il diving. In alternativa, è possibile godere di una rilassante gita in barca alla scoperta delle grotte marine che caratterizzano l’area dell’alto tirreno cosentino.
La specialità tipiche cosentine si basano su prodotti semplici e genuini. Tra i primi piatti vi sono: la pitta ‘mpigliata, i fusilli (pasta fresca), la pasta e patate are tijeddra, patate e pipareddre (peperoni) fritte, broccoli di rapa e salsiccia, lagane e ciciari (tagliatelle larghe e ceci). Da provare è anche la pasta fresca con i funghi della Sila. Tra i piatti di pesce il più diffuso è il baccalà fritto e gli spaghetti con alici e mollica di pane fritta. I cuddrurieddri sono ciambelle salate preparate in occasione dell’Immacolata e per tutto il periodo natalizio. Altri dolci natalizi tipici sono i turididdri, dolci fritti ricoperti di miele di fichi, mentre le scaliddre sono coperte di glassa di zucchero. Molto apprezzati sono i prodotti vinicoli locali oltre che il celeberrimo liquore alla liquirizia di Rossano.
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